Adozione dei VPPA nelle Tesorerie

  1. Un nuovo strumento si affaccia



Autore: Federico Bellanti

26 Maggio 2025

Perché i VPPA stanno entrando in Tesoreria

Negli ultimi anni, le aziende industriali energivore — in particolare nel settore manifatturiero — stanno mostrando un crescente interesse per gli strumenti di approvvigionamento energetico a lungo termine, come i Power Purchase Agreements (PPA) e, soprattutto, i Virtual Power Purchase Agreements (VPPA). La spinta è triplice: una strategia di contenimento dei costi in un mercato elettrico volatile, la volontà di contribuire attivamente alla transizione energetica e, non da ultimo, la necessità di migliorare il proprio posizionamento in materia di sostenibilità e disclosure ESG, in particolare sul fronte delle emissioni Scope 2.


Tra le varie forme contrattuali disponibili, i VPPA si stanno rivelando particolarmente attrattivi per le aziende che desiderano mantenere il proprio schema di approvvigionamento fisico invariato, ma associare a questo una copertura di prezzo connessa a un impianto rinnovabile — sia esso solare o eolico. A differenza dei PPA fisici, che comportano consegna diretta di energia e interazione con la rete, i VPPA sono contratti puramente finanziari: un meccanismo di “contract for difference” che regola la differenza tra il prezzo fisso contrattuale e il prezzo di mercato dell’energia in un determinato punto geografico e orario.


Ed è proprio questa natura finanziaria a renderli di interesse diretto per la funzione Tesoreria, la quale, pur non avendo promosso direttamente il progetto (nato spesso su iniziativa delle funzioni ESG o industriali), si ritrova coinvolta nella gestione contabile, regolamentare e valutativa dello strumento. Il contratto assume normalmente infatti le caratteristiche di un derivato ai sensi dell’IFRS 9, salvo eccezioni marginali, e come tale rientra pienamente nelle responsabilità di governance del CFO e del tesoriere.


In questo articolo ci concentreremo esclusivamente sui VPPA qualificabili come strumenti derivati, e pertanto soggetti a valutazione periodica al fair value e, potenzialmente, al trattamento contabile in Hedge Accounting. I contratti PPA con consegna fisica verranno richiamati solo in via accessoria, per evidenziare i casi limite in cui anche tali accordi possono perdere l’Own Use Exemption e venire trattati in modo analogo a un derivato.


Nel prosieguo affronteremo l’intero ciclo di vita di un VPPA in ambito Tesoreria: dalla struttura contrattuale, alla valutazione MtM, alla contabilizzazione secondo l’IFRS 9, fino alla gestione delle disclosure e della governance. Il tutto in un’ottica eminentemente operativa, ma senza rinunciare al rigore tecnico.


Un contratto, due anime: fisico o finanziario

Nel mondo dell’approvvigionamento energetico a lungo termine, si tende spesso a parlare genericamente di “PPA” — ma questa definizione copre realtà contrattuali profondamente diverse tra loro. In particolare, è fondamentale distinguere tra:


  • PPA fisico: un contratto di compravendita di energia che comporta la consegna fisica dell’elettricità al cliente, generalmente tramite un trader o fornitore terzo. La funzione primaria è industriale, con benefici legati alla stabilizzazione dei costi e all’origine rinnovabile dell’energia acquistata. In molti casi, questi contratti possono beneficiare dell’Own Use Exemption, evitando così la qualificazione come strumento finanziario.
  • VPPA (Virtual Power Purchase Agreement): un contratto finanziario, strutturato come Contract for Difference, che non implica alcuna consegna fisica. Il cliente continua ad acquistare energia dal proprio fornitore tradizionale, mentre il VPPA si limita a regolare per cassa la differenza tra il prezzo fisso contrattuale e il prezzo spot registrato in un punto di mercato di riferimento (es. Zona Nord, fascia PEAK). L’obiettivo è “affiancare” la produzione di un impianto rinnovabile al consumo aziendale, per finalità ESG e di price hedging.

In ottica contabile, questa distinzione ha conseguenze cruciali:

Caratteristica PPA fisico VPPA (finanziario)
Consegna fisica Si No
Own Use Exemption (OUE) Spesso applicabile Generalmente non applicabile
Qualificazione IFRS Contratto commerciale Derivato (IFRS 9)
Misurazione fair value Non richiesta se sotto OUE Obbligatoria
Potenziale Hedge Accounting Solo se fuori da OUE e qualificato come derivato Generalmente applicabile (post-amendment)

Nella maggior parte dei casi, i VPPA non soddisfano i criteri dell’Own Use Exemption: non comportano consegna fisica, né sono destinati a un utilizzo interno diretto dell’energia, come richiesto dall’IFRS 9. Di conseguenza, vengono trattati contabilmente come derivati a tutti gli effetti, e come tali soggetti a valutazione periodica al fair value, con impatto diretto sul conto economico (FVTPL), salvo che non si attivi un trattamento in Hedge Accounting.


Nel prosieguo, sarà proprio su questi contratti — i VPPA trattati come strumenti derivati — che concentreremo l’analisi, affrontando le implicazioni contabili, operative e regolamentari che ne derivano.


Quando il contratto entra nel perimetro IFRS 9

Quando un’azienda sottoscrive un VPPA strutturato come contratto per differenza (CfD), il contratto viene inquadrato, nella quasi totalità dei casi, come strumento derivato ai sensi dell’IFRS 9.


La Own Use Exemption, prevista dallo stesso standard per escludere dalla valutazione al fair value i contratti destinati all’autoconsumo fisico, non è generalmente applicabile nei VPPA, poiché:

  • non c’è consegna fisica di energia;
  • l’intento economico non è legato alla disponibilità operativa dell’impianto;
  • il contratto regola per cassa il differenziale tra prezzo fisso e prezzo spot.

Di conseguenza, il VPPA:

  • entra nel perimetro IFRS 9 sin dalla data di firma;
  • deve essere valutato al fair value;
  • comporta la necessità di documentazione, monitoraggio e — se desiderato — designazione in Hedge Accounting.


La possibilità di accedere all’Hedge Accounting, e la modalità con cui tale designazione può avvenire, dipendono dallo standard applicabile al momento della sottoscrizione.


Per una panoramica completa sulle novità introdotte dal recente amendment all’IFRS 9, si veda la sezione successiva: “Un cambio di paradigma: cosa ha cambiato lo IASB”.



Dal rischio di prezzo alla contabilità: il ruolo della Tesoreria

Per molte aziende, la sottoscrizione di un VPPA nasce come progetto promosso dalla funzione ESG o dalla Direzione Operations, con l’obiettivo di sostenere la transizione energetica, ridurre il carbon footprint e ottenere visibilità di lungo periodo sul prezzo dell’energia.


Ma quando il contratto è di tipo finanziario — e, come abbiamo visto, viene qualificato come derivato ai sensi dell’IFRS 9 — il baricentro operativo si sposta inevitabilmente sulla Tesoreria.


La ragione è chiara: un VPPA non è solo un accordo di sostenibilità, ma diventa a tutti gli effetti uno strumento finanziario soggetto a valutazione periodica, potenzialmente volatile e con obblighi contabili e regolamentari  ben precisi.


Da rischio fisico a rischio di mercato

Il VPPA trasferisce sul bilancio della società una nuova esposizione: la differenza tra un prezzo fisso e un prezzo spot dell’energia, calcolato su un volume di produzione che, nel caso di solare o eolico, è per natura variabile e incerto. Questo genera una forma peculiare di rischio di mercato, che il tesoriere deve:

  • Monitorare in termini di fair value;
  • Valutare in base a modelli previsionali (spesso di tipo Level 3);
  • Contabilizzare periodicamente;
  • Giustificare in sede di bilancio e, dove applicabile, nei rapporti con revisori, audit committee o autorità di vigilanza.


Il trade-off tra volatilità e protezione contabile

In assenza di Hedge Accounting, le variazioni di valore del contratto sono contabilizzate direttamente a conto economico (FVTPL), generando potenzialmente volatilità significativa e disallineamento tra realtà operativa ed effetti contabili.


Per questo motivo, la Tesoreria deve valutare, già al momento della firma del contratto, se esistono le condizioni per accedere all’Hedge Accounting — secondo le regole vigenti o, se possibile, in ottica di early adoption del nuovo standard in pieno vigore al 1° gennaio 2026.


La scelta non è solo contabile: è una decisione strategica di gestione del rischio finanziario, che richiede collaborazione tra funzioni aziendali e una governance ben strutturata.



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